L’Insufficienza Venosa Cronica (IVC) è un disturbo caratterizzato da un difficile ritorno venoso al cuore. È causata da un ridotto deflusso di sangue venoso dalle gambe verso il cuore dovuto a dilatazione, allungamento e tortuosità delle vene degli arti inferiori, secondario ad insufficienza congenita o acquisita della parete vasale e delle valvole venose. Colpisce il sistema venoso degli arti inferiori, con ipertensione venosa provocando dolore, gonfiore, edema, modificazioni cutanee e ulcerazioni.
Età, sesso, familiarità per vene varicose, obesità, gravidanza, flebite e precedenti traumi agli arti inferiori, sono fattori di rischio associati all’Insufficienza Venosa Cronica. A questi si aggiungono fattori ambientali o comportamentali, come il rimanere per lunghi periodi in posizione eretta o in posizione seduta a seconda del lavoro svolto. Anche la temperatura del luogo di lavoro esercita un’influenza poiché il caldo è un fattore predisponente per la comparsa di varici.
Proprio per questo, i disturbi legati all’Insufficienza Venosa Cronica compaiono tipicamente con i primi caldi per poi peggiorare nel periodo estivo, in cui l’aumento della temperatura favorisce la vasodilatazione e, quindi, la stasi del sangue nelle vene profonde degli arti inferiori. Interessa inizialmente i vasi profondi, quindi quelli superficiali, dove favorisce la formazione di varici, caratterizzate da vasodilatazione e tortuosità di alcuni segmenti vascolari. La patologia venosa superficiale è spesso asintomatica e può essere collegata alla presenza di capillari disposti a ragnatela, sintomo di una fragilità delle pareti dei vasi e di anomalie nella circolazione vascolare periferica.
Si tratta, ad ogni modo, di un processo graduale che può essere fermato o rallentato attraverso opportune misure di prevenzione, adottando un adeguato “stile di vita” e utilizzando preparati a base vegetale, che oltre ad alleviare i sintomi prevengono il progredire della patologia.
L’Insufficienza Venosa Cronica ha, infatti, diversi stadi di avanzamento che ne determinano la progressione e la gravità.
Nel primo stadio si registra una sensazione di stanchezza e pesantezza alle gambe, predominante nelle ore serali e peggiorata da una lunga permanenza in posizione eretta. I sintomi tendono a scomparire con il riposo.
Il secondo stadio comporta gonfiore e pesantezza delle gambe già al mattino, per poi peggiorare verso sera facendole diventare dolenti. In questa fase iniziano a diventare evidenti, anche se non in modo pronunciato, i rilievi causati dalle vene superficiali dilatate.
Con il procedere della problematica, al Terzo stadio si avvertono crampi dolorosi alla muscolatura del polpaccio e dell’interno coscia, talvolta accompagnati da una sensazione di formicolio e calore intenso, che possono caratterizzare la deambulazione. Questi sintomi vengono avvertiti durante le prime ore della notte, causando talvolta risvegli frequenti e difficoltà a riaddormentarsi.
Nel Quarto stadio le caviglie diventano edematose, indicando anche una probabile
insufficienza linfatica. Si avverte una sensazione di maggiore tensione e rigidità alle gambe e la pelle degli arti inferiori diventa più sottile, secca e fragile. Ne consegue una maggiore tendenza alle escoriazioni e alle ferite a lenta guarigione.
Il Quinto stadio, l’ultimo, comporta un dolore più intenso che può verificarsi sia in condizioni di eccessivo sforzo muscolare che a riposo (dolori notturni improvvisi o al risveglio). La fase acuta dell’Insufficienza Venosa Cronica viene, infine, segnalata dal dolore descritto “a colpa di frusta”, probabile segnale della rottura di una valvola venosa.
È frequente, in uno stadio più avanzato, la formazione di varici. Spesso sono conseguenti ad un processo post-flebitico e/o post-trombotico che hanno determinato insufficienza valvolare. L’instaurarsi di queste problematiche è favorito dalla sedentarietà, dallo stato di gravidanza e da stazione eretta o seduta prolungata.
È possibile prevenire e contrastare l’Insufficienza Venosa Cronica adottando misure profilattiche che possono, almeno in parte, ostacolare l’insorgenza della problematica. Nello specifico, attraverso degli accorgimenti e correggendo alcune cattive abitudini, si possono prevenire varici primitive, tromboflebite superficiale, trombosi venosa profonda, varici secondarie.
Ecco dieci consigli utili per prevenire e contrastare l’Insufficienza Venosa Cronica:
1. Evitare di indossare indumenti o cinture troppo stretti (aumentano la pressione addominale), come scarpe con tacchi a spillo o superiori ai 5 cm.
2. Riposare durante la notte tenendo le gambe sollevate rispetto al piano del cuore di circa 5 cm, allo scopo di favorire il deflusso di sangue dagli arti inferiori. Di giorno sedersi in modo che le gambe possano muoversi e su sedie adeguate. In caso di posizione stazionaria prolungata, compiere di frequente movimenti di flesso-estensione della caviglia o sollevarsi ripetutamente sulla punta dei piedi.
3. Camminare almeno mezz’ora al giorno, preferibilmente su un terreno soffice. La sedentarietà, infatti, implica l’inattività delle pompe muscolari, causando la stasi ematica a livello degli arti inferiori e, di conseguenza, l’insorgenza o l’aggravarsi dell’IVC.
4. Evitare gli sport che comportino brusche e violente contrazioni dei muscoli del polpaccio, quali il tennis e lo squash, oppure che aumentino in maniera prolungata la pressione addominale, come il sollevamento pesi o l’equitazione.
5. Adottare tutte le misure dietetiche necessarie a combattere la stitichezza.
6. Terminare il bagno o la doccia con getti di acqua fredda.
7. Indossare una contenzione elastica adeguata: calze contenitive nel caso di soggetti a rischio ancora asintomatici (parrucchieri, camerieri, commessi, hostess) e calze elastiche nel caso di pazienti con varici.
8. In caso di assunzione di pillola anticoncezionale, a scopo preventivo, eseguire esami per identificare una trombofilia familiare ed assumere farmaci flebotropi come i flavonoidi micronizzati.
9. Evitare i bagni caldi, le saune e le cerette a caldo. Evitare l’esposizione prolungata delle gambe al sole.
10. Assumere sia d’estate che d’inverno, nei tempi e nei modi prescritti dal medico, farmaci flebotropi di provata efficacia clinica ed indicati dalle Linee Guida per l’IVC, come la Frazione Flavonoica Purificata Micronizzata (FFPM).
Oltre a questi accorgimenti da adottare, la sintomatologia da Insufficienza Venosa Cronica può essere trattata con i prodotti della linea FleboMix®: FleboMix® 560, in caso di lieve pesantezza; FleboMix® 1000mg in abbinamento con FleboMix® Cremagel, in caso di sintomatologia più grave e persistente.